Lunedì, 11 Gennaio 2010 22:29

Il Card. Crescenzio Sepe. Un organizzatore o un riformatore?

Scritto da  Gerardo

Trasmettiamo, ricevendola da Domenico Pizzuti, la nota documentata sugli interventi di riorganizzazione ecclesiastica da parte del Card. Sepe in riferimento al contesto napoletano.



Il Card. Crescenzio Sepe. Un organizzatore o un riformatore?
di Domenico Pizzuti


Al di là del gossip in occasione della nomina del nuovo vescovo ausiliare di Napoli nel senso di chi sale e chi rimane fermo, e dello spostamento di pedine negli uffici della Curia di Napoli che sono state annunciate sabato contestualmente a quella di Mons. Lucio Lemmo, senza nessuna piaggeria, al merito del Card. Crescenzio Sepe sono da ascrivere alcune importanti interventi di riorganizzazione ecclesiastica. La cosa è tanto più rilevante in un contesto non solo napoletano in cui le riforme specie di tipo organizzativo o strutturali che sono spesso annunciate e difficilmente attuate dalle istituzioni pubbliche. Realizzate invece piglio fermo e deciso dal nostro Arcivescovo in poco più di tre anni di governo della diocesi.

In primo luogo va segnalato il <> in data 19 settembre 2008, frutto di ascolto delle realtà cristiane della diocesi, che in particolare detta orientamenti normativi per il Consiglio Episcopale costituito da Vicari Episcopali che presiedono 9 settori (Caritas e pastorale sociale del lavoro, Clero e formazione, Comunicazioni sociali, Cultura, Disciplina dei sacramenti e culto divino, Edilizia di culto, Evangelizzazione e catechesi, Laicato, Vita consacrata), e per i Decanati come strutture intermedie tra diocesi e singole parrocchie con un ampliamento di territorio e funzioni. Naturalmente tutte le caselle sono state riempite con nomine di appartenenti al clero e costituiscono una sorta di classe dirigente intermedia della diocesi napoletana, e soprattutto sono stati individuati e nominati due vescovi ausiliari per il governo della diocesi con l’Arcivescovo di Napoli. Infine, nella convocazione di sabato scorso, sono state annunciati cambiamenti in numerosi posti chiave della Curia (una quarantina di nomine), con la novità di un “moderatore” una sorta di Capo di Gabinetto che governa tutti gli apparati.

In secondo luogo, questa decisionalità organizzativa nell’ambito ecclesiastico - che non si limita all’ambito locale per l’attenzione del Nostro all’intero Mezzogiorno e a contatti ecumenici - lascia per certi versi stupefatti in una situazione sociale e politica che appare bloccata, e che trova spiegazione non solo nella struttura gerarchica della chiesa, ma prima di tutto nella capacità di governo (manageriale) dell’Arcivescovo con il consenso o adesione della base clericale. Resta da verificare nei tempi medi e lunghi se si tratti di una riorganizzazione nel senso funzionale o di una riforma dell’apparato ecclesiastico. Intervengono altri elementi valutativi riguardo l’efficienza ed efficacia nel senso sociologico della burocrazia ecclesiastica di recente nomina, ma soprattutto alla luce di una razionalità non solo funzionale ma sostanziale secondo la distinzione concettuale di Karl Mannheim, che attiene l’ambito della scelta dei fini sulla base di discussioni e procedure che consentano scelte condivise. Il riferimento è agli orientamenti sostanziali del <> secondo il triplice indirizzo: comunicare la fede, educare alla fede, vivere la fede e così via. Resta in ombra o piuttosto silente il laicato cattolico, il cui ruolo è pur riconosciuto, con alcune significative presenze nella realtà napoletana dalla Comunità di S. Egidio ad altre associazioni di ispirazione cristiana.

Viene da dire che anche a Napoli “si puote” per un migliore funzionamento delle istituzioni sociali - tra cui quella ecclesiastica - con il carisma o una leadership non usurata. La domanda cui è prematuro dare risposta: il Card. Crescenzio Sepe è un accorto organizzatore o un riformatore? Se tutto questo attivismo conferisce smalto alla figura istituzionale dell’attuale Arcivescovo di Napoli, nelle diatribe senza conclusione per l’indicazione del Governatore della Regione Campania, provocatoriamente si deve forse innalzare un crtello <>! Dio voglia o non voglia?


Napoli, 10 gennaio 2010

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