Il Card. Crescenzio Sepe. Un organizzatore o un riformatore?
di Domenico Pizzuti
Al di là del gossip in occasione della nomina del nuovo vescovo ausiliare di Napoli nel senso di chi sale e chi rimane fermo, e dello spostamento di pedine negli uffici della Curia di Napoli che sono state annunciate sabato contestualmente a quella di Mons. Lucio Lemmo, senza nessuna piaggeria, al merito del Card. Crescenzio Sepe sono da ascrivere alcune importanti interventi di riorganizzazione ecclesiastica. La cosa è tanto più rilevante in un contesto non solo napoletano in cui le riforme specie di tipo organizzativo o strutturali che sono spesso annunciate e difficilmente attuate dalle istituzioni pubbliche. Realizzate invece piglio fermo e deciso dal nostro Arcivescovo in poco più di tre anni di governo della diocesi.
In primo luogo va segnalato il <
In secondo luogo, questa decisionalità organizzativa nell’ambito ecclesiastico - che non si limita all’ambito locale per l’attenzione del Nostro all’intero Mezzogiorno e a contatti ecumenici - lascia per certi versi stupefatti in una situazione sociale e politica che appare bloccata, e che trova spiegazione non solo nella struttura gerarchica della chiesa, ma prima di tutto nella capacità di governo (manageriale) dell’Arcivescovo con il consenso o adesione della base clericale. Resta da verificare nei tempi medi e lunghi se si tratti di una riorganizzazione nel senso funzionale o di una riforma dell’apparato ecclesiastico. Intervengono altri elementi valutativi riguardo l’efficienza ed efficacia nel senso sociologico della burocrazia ecclesiastica di recente nomina, ma soprattutto alla luce di una razionalità non solo funzionale ma sostanziale secondo la distinzione concettuale di Karl Mannheim, che attiene l’ambito della scelta dei fini sulla base di discussioni e procedure che consentano scelte condivise. Il riferimento è agli orientamenti sostanziali del <
Viene da dire che anche a Napoli “si puote” per un migliore funzionamento delle istituzioni sociali - tra cui quella ecclesiastica - con il carisma o una leadership non usurata. La domanda cui è prematuro dare risposta: il Card. Crescenzio Sepe è un accorto organizzatore o un riformatore? Se tutto questo attivismo conferisce smalto alla figura istituzionale dell’attuale Arcivescovo di Napoli, nelle diatribe senza conclusione per l’indicazione del Governatore della Regione Campania, provocatoriamente si deve forse innalzare un crtello <
Napoli, 10 gennaio 2010